Mercatore
Mercatore derivava da una famiglia modesta. Era nato nel marzo del 1512 a Rupelmonde, un villaggio poco a sud della grande Anversa e avrebbe dovuto intraprendere la carriera sacerdotale, se il Destino non avesse provveduto diversamente.
Fu Gisbert, zio paterno nonché prete, ad introdurlo in uno dei monasteri di 's-Hertogenbosch, Boscoducale in italiano, centro urbano sito 90 chilometri a nord-est di Anversa.
Qui Gerardo Mercatore ebbe modo di studiare, assieme ai compagni tutti di estrazione semplice, ma come lui di ingegno vivace, le discipline legate alla formazione di un uomo di chiesa, in particolare accanto alla teologia vi era latino, le sette arti liberali, divise tra trivio - grammatica, retorica, logica - e quadrivio – aritmetica, geometria, musica, astronomia - e soprattutto la calligrafia che tornerà molto utile in futuro a Mercatore.
Qui decise, come era prassi tra chi avesse un po' di cultura, latinizzare il proprio nome che da Cremer, o Kremer o Kramer a seconda delle versioni, venne tradotto in Mercator, letteralmente “negoziante”, poi italianizzato in Mercatore.
La sua firma completa che apparirà in calce ad alcune tra le sue opere divenne pertanto Gerardus Mercator Rupelmundanus.
Mercatore conosce Gemma Frisio
Gerardo Mercatore, conoscendo Gemma Frisio, diede una decisiva svolta alla propria esistenza.
All'età di diciotto anni, dopo i tre trascorsi a 's-Hertogenbosch, Mercatore si trasferì più a sud, entrando nell'Università di Lovanio.
Divenne questa una tappa fondamentale della sua formazione, in quanto è in tale sede che, dopo aver approfondito gli studi di filosofia e lettere, si decise a virare verso quelli matematici, sotto la guida di Gemma Frisio, di soli quattro anni più anziano di Mercatore e già docente in questo Ateneo, nonché affermato matematico, astronomo e medico, capace di esercitare sui suoi allievi un grande carisma.
Le abilità di apprendimento e la volontà di riuscita di Gerardo Mercatore sorprenderanno.
Nel 1532 concluse il ciclo di studi, continuando a frequentare il laboratorio di Gemma Frisio dove ebbe modo di arricchire le conoscenze sul disegno, sull'incisione, sulla stampa, sulla costruzione di carte e globi. E' con questi ultimi che Mercatore iniziò a farsi un nome, anche grazie all'idea di creare e vendere i globi in coppia, uno terrestre e uno celeste, della medesima dimensione.
Oggi si contano circa una ventina di coppie di esemplari sopravvissuti.
Probabilmente nel 1535 aiutò Gemma Frisio in qualità di incisore alla realizzazione di un globo, mentre l'anno seguente figurò come collaboratore, e non più solo come incisore, ad una carta celeste su cui si può leggere Gerardus Mercator Rupelmundanus.
Oramai è stimato validissimo incisore, capace di una grazia unica nella calligrafia, che gli deriva dalle esercitazioni risalenti al periodo di 's-Hertogenbosch, e uno tra i produttori di strumenti scientifici più valenti.
E' credibile che fosse riuscito ad ottenere anche un certa tranquillità economica, considerando che nel 1536 si sposo con Barbara Schellekens dalla quale avrà sei figli e che l'anno successivo vedrà le prime produzioni cartografiche di Mercatore.
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