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ATLANTE

Diamo qui una traduzione libera della storia di Atlante così come Mercatore scrive nella prefazione del suo "Atlas" nell'edizione del 1595. Nell'articolo successivo sarà possibile leggere il testo integrale originario latino della PRÆFATIO in Atlantem.



Atlante, nato di nobile stirpe, fu re di Mauritania, gli fu padre Cielo e madre Titea, la Terra; suo nonno era Sole, Re di Fenicia. Nonno e padre ebbero questi nomi in onore della loro grande erudizione in astronomia e scienze naturali.

Atlante era astronomo peritissimo e per primo argomentò sulla sfericità del mondo. Ebbe molti fratelli che da sua madre Titea, presero il nome di Titani e molte sorelle tra cui Basilia che educò i fratelli come una madre e Rea che alcuni chiamano Pandora. Morto Cielo, Basilia si distinse per prudenza e virtù e fu introdotta nella gestione del regno. Nella speranza di dare un erede al regno, essa sposò uno dei fratelli, Iperione, da cui ebbe Sole e Luna. I fratelli di Iperione, affogarono nell'Eridano il giovane erede Sole per riprendere il controllo sul regno.


Allora (nella spartizione del regno) alcuni tra i fratelli se ne andarono: Atlante migrò verso l'Oceano raggiungendo la Mauritania dove da lui le genti furono chiamate Atlanti e la montagna locale Atlante. Sicilia e Libia furono assegnate a Saturno, il quale però in seguito ai metodi tirannici dovette fuggire in Italia, dove fu reso partecipe del governo da Giano. Come continua Diodoro, in principio presso gli Atlanti regnava Cielo, in precedenza gli uomini vivevano sparsi e furono da lui esortati a riunirsi nelle città; certamente costoro furono i primissimi re. Fu fatto re Atlante, uno dei figli di Atlante, allontanato il fratello Espero, re di Spagna, nel 738 dopo il diluvio universale, quell'Espero che, fuggendo in Etruria, era diventato tutore di Giano.

Elio, nonno di Atlante, regnava in Fenicia dal 662 dopo il diluvio.

Diodoro testimonia che questi re erano dotati di grande prudenza nelle cose pratiche ed astratte, contemporaneamente erano pieni di umanità e pietà, tuttavia gli Atlanti, elogiati da tutti i popoli, in conseguenza della loro pietà e umiltà verso gli stranieri, vissute 22 o 23 generazioni, ebbero ampie parti di continente spopolate. Atlante ebbe numerosi figli, ma uno, chiamato Espero, tra i sudditi era noto per umanità e pietà. Costui, salito sulla cima di Atlante per osservare il corso degli astri, venne rapito dai venti e non fu più visto. Così racconta Diodoro, ma io so che giunse in Spagna spinto da quei venti e ne fu re prudente e pietoso, finché, fuggendo dal fratello, andò in Etruria dove fu tutore di Giano grazie alla sua sapienza ed esperienza, quindi fece parte dell'amministrazione del regno. Suo fratello Atlante dopo la morte di Espero si addossò questa carica.


L'erudizione, la magnanimità e la sapienza di questo Atlante (il figlio) erano tanto insigni che mi proposi di imitarli, se le forze e l'ingegno mi sosterranno; la cosmografia è come lo specchio dell'animo da contemplare così intensamente ché qualsiasi verità non possa ancora restare sconosciuta; verso la quale cosmografia tu indirizzerai gli studi filosofici.
E come il Cosmo contiene la natura, l'ordine, l'armonia, la proporzione, le virtù, gli effetti e ogni cosa, così, iniziando dalla creazione, come esige un metodo razionale, io ne elencherò con correttezza l'ordine: dove si mostrino le cause degli eventi, nella qual cosa consiste la scienza e in essa è manifesta la sapienza, che indirizza tutto verso il bene, dalla saggezza discende la provvidenza la quale predispone una strada più semplice per raggiungere la somma perfezione.
Per me questo sarà il mio obiettivo. Poi nell'ordine tratterò le cose celesti e subito dopo l'astrologia, le quali concernono le predizioni degli astri, i quattro elementi, infine la geografia, così mostrerò tutto il mondo come in uno specchio, affinché, cercando le cause, conseguendo sapienza e prudenza, si abbiano quei principi base che possano condurre il lettore a più profonde riflessioni.



La parte conclusiva è il cuore in quanto illustra il progetto mercatoriano e contiene la spiegazione della scelta della figura di Atlante, che come si comprende non è l'Atlante che sorregge la volta celeste, ma il saggio figlio. Chi preferisse cogliere anche le sfumature del testo originario, potrà leggere la PRÆFATIO in Atlantem.
La fortuna dell'atlante di Mercatore fu la causa della diffusione del termine atlante giunto fino ai giorni nostri.

[ pagina iniziale Gerardo Mercatore ]

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di Davide Biffis

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