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Il Willibaldsburg sopra Eichstätt

Il castello di Willibaldsburg sorge sopra il borgo di Eichstätt, cittadina poco più a sud della Franconia, a metà strada tra Augsbug e Norimberga.

La Diocesi di  Eichstätt risale al 741 e il suo primo vescovo fu il benedettino di origine anglosassone Willibald di Eichstätt, oggi venerato quale santo, le cui spoglie si trovano nel Duomo di Eichstätt. Bisognerà attendere il 1351 per vedere l'edificazione di un castello sullo sperone di roccia che sovrasta Eichstätt, laddove il fiume Altmühl forma una stretta ansa a gomito, per la caparbia volontà il vescovo Berthold von Zollern. Sull'altura era già presente da circa tre secoli una fortificazione, ma è con l'insediamento nel 1355 del vescovo Berthold von Zollern che si dà l'abbrivio al castello di Willibaldsburg.

willibaldsburg nella cronaca di norimberga
Il castello di Willibaldsburg conobbe ripetuti interventi di ampliamento e rafforzamento, con una accelerazione negli anni tra la seconda metà del XVI e i primi del XVII secolo.

Si ricordano le figure del principe-vescovo Martin von Schaumberg, in carica dal 1560 al 1590, uomo energicamente pio capace di riportare in seno al Cattolicesimo la Diocesi di  Eichstätt, che stava scivolando nella riforma protestante, anche attraverso l'introduzione dei roghi.


Con lui il castello di Willibaldsburg vide la costruzione di giardini, con il rinnovo delle fontane e con lavori di idraulica.

Dopo la breve parentesi di cinque anni con il castello di Willibaldsburg a Eichstätt abitato da Kaspar von Seckendorff, nel 1595 divenne principe-vescovo Johann Konrad von Gemmingen.

Willibaldsburg retto da Johann Konrad von Gemmingen

Prelato dalla politica prudente, Johann Konrad von Gemmingen guadagnò più notorietà come patrono delle arti. Per trasformare il castello di Willibaldsburg in uno degli edifici più imponenti del Rinascimento tedesco, nel 1609 si avvalse dell'architetto di Augusta Elias Holl, facendo di questa residenza il palazzo di un principe.


Un sublime acquerello di quegli anni raffigura Willibaldsburg da nord, mostrando l'imponenza delle costruzioni che si susseguono appoggiandosi una all'altra tra tetti, merlature e torri, le cui due principali sono coronate da spettacolari cupole a cipolla.

willibaldsburg eichstätt
Nella parte che scende seguendo il declivio, chiuse dentro tre file di mura, appaiono alcuni edifici minori inframmezzati da verdi alberi e giardini. Nel lato sinistro della collina delle staccionate dividono i poderi, mentre in un isolotto dell'Altmühl alcuni contadini falciano l'erba.

Il borgo di Eichstätt, dominato dal suo Willibaldsburg, cresce più in fondo sulla riva sinistra.



Fu Johann Konrad von Gemmingen che volle, almeno dieci anni prima di dare avvio ai lavori edilizi di Elias Holl, ampliare e rendere immortali i giardini di Willibaldsburg.


Come descrive Conrad Gesner nel suo Horti Germaniae, facente parte de In hoc volumine continentur Valerii Cordi Simesusij annotationes in Pedacij Dioscoridis Anazarbei de Medica materia libros V,  edito a Strasburgo nel 1561, esistevano cinque tipologie di giardini od horti come si indicavano all'epoca:

• horti vulgares (utilitatis tantum gratia confiti […] usum homini aut pecori præbent),
• horti medicinales ut Medicorum & Pharmacopolarum (propter remedia quae ex ipsis earumue (sic)
          partibus homini fiunt),
• horti varii (propter admirationem et contemplationem naturae),
• hortii elegantes (nulla utilitas ad cibum aut remedia […] sed ornatus tantum & elegantia)
• hortii magnifici (ædificia magnifica sunt, aquarum spactacula iucunda in stagnis ac fontibus).

Se nel Medioevo erano gli horti medicinales ad interessare maggiormente, in quanto prevaleva l'aspetto utilitaristico -piante aromatiche e medicinali- e di simbolismo religioso, nel Rinascimento furono gli horti magnifici con le loro piante esteticamente belle ed esotiche a rappresentare elemento desiderato, diventando simbolo di ricchezza e potere, sulla scia della moda cominciata dai principi italiani.


Johann Konrad von Gemmingen, appassionato di botanica, sembra che si sia lasciato consigliare da Joachim Camerarius il Giovane, figlio dell'umanista Joachim Camerarius che tanta fama si era costruito nell'area tedesca, d'iniziare l'avventura di una nuova progettazione dei suoi horti. Infatti di Joachim Camerarius il giovane si avvalse in principio.
Tuttavia nel 1598 il Camerarius spirò, sicché Johann Konrad von Gemmingen si rivolse per continuare l'organizzazione dei giardini a Basilius Besler, un farmacista di Norimberga.



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