Ulisse Aldrovandi
La fonte prima sulla biografia di Ulisse Aldrovandi è l'Aldrovandi stesso.
Egli nacque a Bologna l'11 settembre del 1522 da una antichissima famiglia. Suo padre era notaio, ma morì prematuramente costringendo la madre Veronica Marescalchi a provvedere sola ai quattro figli.
La prima preoccupazione della donna fu di fornire loro di una valida istruzione. Così anche Ulisse Aldrovandi iniziò il suo percorso scolastico, che conobbe tuttavia alcuni momenti di pausa dovuti ad un carattere vivace e volenteroso di vedere e vivere il mondo direttamente.
Solo all'età di diciassette anni Ulisse Aldrovandi si piegò alla volontà genitoriale ed intraprese con regolarità gli studi universitari di lettere umanistiche e diritto, facoltà dalle quali provenivano numerosi uomini illustri e facoltosi.
Si rivelò studente capacissimo, ma ad un passo dalla laurea scelse di interrompere questi corsi per dedicarsi a quelli filosofici, particolarmente alla Logica, scontentando la madre e uno dei maestri che aveva in Aldrovandi un pupillo. Prese questa decisione persuaso che solo la filosofia fosse la base di ogni altra scienza e studio.
Ulisse Aldrovandi volle addentrarsi sempre più nell'argomento, così, portato a termine il ciclo di studi a Bologna, riprese gli addottrinamenti sotto la guida di nuovi maestri in quel di Padova. Nella città del Santo oltre che dalla Logica aristotelica egli si sentì attratto anche dalle lezioni di medicina e matematica, dimostrandosi un tipico studente rinascimentale aperto a discipline apparentemente contrapposte.
Compiuti questi approfondimenti, il ventisettenne Ulisse Aldrovandi rimpatriò a Bologna nel 1549, dove lo attendeva una pericolosa sorpresa: l'accusa di eresia. Il perché e il percome non è completamente chiaro, fatto sta che la vicenda si concluse positivamente, anzi con un viaggio a Roma ove gli fu possibile portare avanti i suoi interessi filosofici e medici ai quali, solleticato dagli eruditi incontri romani, aggiunse quelli botanici e zoologici.
Concluso il proficuo soggiorno romano e tornato nella città felsinea con i primi esemplari di quello che diverrà negli anni il suo notevolissimo personale museo naturalistico, Ulisse Aldrovandi ebbe la possibilità, le doti, i titoli e gli appoggi per entrare come docente all'università, ambiente che non lascerà più e che gli permetterà quella tranquillità economica e sociale necessaria per sviluppare quelle sue curiosità verso il mondo naturale destinate a renderlo immortale.
Nel felice decennio tra il 1550 e il 1560 si andranno formando i volumi di piante secche raccolte in varie uscite nell'Italia del centro-nord e che accompagneranno la crescita del suo museo naturalistico, consentendo all'Aldrovandi di acquisire una notevole erudizione ed esperienza nel vasto campo delle scienze botaniche, tanto da essere pregato, se non obbligato a furor di studenti, a tenere delle lezioni all'università sul tema. Alla fine di questo periodo Ulisse Aldrovandi ambì anche ad ampliare il suo raggio di esplorazione scientifica cercando di inserirsi nei viaggi verso le lontane Americhe, progetto che tuttavia non gli riuscì e forse fu anche meglio in considerazione dell'immensa stima di cui godeva tra i suoi scolari che numerosi seguivano le sue letture.
L'abitudine alla ricerca delle cose naturali aveva spinto numerosi naturalisti ad imbarcarsi per regioni più o meno remote alla scoperta di universi nuovi, nella speranza di poter verificare e arricchire le informazioni che i Classici avevano tramandato, magari incappando in curiosità che incrementassero le camere delle meraviglie, oppure che si rivelassero infallibili panacee contro terribili malanni.
E' con questo spirito che l'Aldrovandi si rivolse con vana insistenza a Filippo II affinché lo aggregasse ad una delle sue numerose spedizioni sudamericane, ma il destino aveva scelto per il bolognese Ulisse Aldrovandi altre strade.
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