CITIUS VENTOS ET NUBILA PELLIT
Questa magnifica stampa antica fu eseguita per ordine di Luigi XIV per celebrare i superbi arazzi da lui commissionati e disegnati da Charles le Brun che erano destinati ai suoi appartamenti di Versailles.
Il soggetto è una similitudine tra l'aria e il Re: come la prima protegge dai venti la terra, allo stesso modo il secondo ha portato la pace dopo i turbamenti della guerra.
Così viene descritta la stampa dall'autore stesso: Qui vi vediamo un insieme degli uccelli più rari e belli che la natura abbia saputo offrire. Sembra, guardando i ricchi giochi di colori dei loro piumaggi, che il Cielo abbia preso le sue luci per offrirle loro. Sembra di vedere gli astri nella coda di alcuni uccelli, l'arcobaleno nel collo di altri. Oro e azzurro e ogni più vivo colore della terra compongono un prezioso smalto di cui tutti sono abbelliti. Tutti questi uccelli paiono venuti da ogni parte per fare un concerto melodioso sugli alberi, attorno alle fontane, lungo i ruscelli: ammirandoli non resta che chiedersi quale sia la causa di questa felicità.
Alzando lo sguardo, scopriamo Giunone seduta su una nuvola, che allontana i venti, dissipa le nuvole, renda l'aria pura e serena. Iris è sotto di lei seduta su un arcobaleno con in mano lo stemma del Re col motto: CITIUS VENTOS ET NUBILA PELLIT (respinge i più veloci venti e le nuvole). L'elegante Giunone scaccia uno dei venti più sconvenienti ed incomodi, che turbando l'aria copre la terra di neve e grandine. Come Giunone è la dea dell'aria e protettrice delle nozze, così il matrimonio di Sua Maestà (1660) ha dissipato ogni tempesta che agitava il nostro Stato e il suo nome, inciso sullo stemma retto da Iris, ha diffuso serenità e calma nel regno e nei popoli rappresentati dagli uccelli, a cui è permesso gioire per la pace e cantare insieme le lodi di colui che stabilì una così duratura serenità e riposo.
L'arcobaleno rappresenta perfettamente questa bellezza e grazia che tutto il mondo ammira nella persona del Re, il quale garantisce e assicura pace e giorni felicissimi.
Le armi del Re che si trovano in alto nella bordura sono sostenute da aquile e i festoni che ornano tutto il resto sono composti da ogni genere di strumento musicale ad aria, come flauti, trombe, corni, flauti di Pan e ogni altro il cui suono sia segno di pace e gioia; in basso inciso nel marmo si legge: LUDOVICUS XIIII HOSTIUM, SUIQUE IPSIUS VICTOR, FORTISSIMAM GENTEM BELLO FRACTAM GEMINO PACIS, AC CONNUBII FOEDERE SIBI DEVINXIT; JAMQUE AER TURBULENTO ARMORUM STREPITU NUPER COMMOTUS, FESTIVIS PUBLICAE LAETITIAE CONCENTIBUS PERSONABIT. ossia che Sua Maestà, dopo aver vinto tutti i nemici, attraverso il suo matrimonio e la pace stabilita, ha sostituito il riposo e la tranquillità ai turbamenti e ai disordini.
Ai quattro angoli sono presenti simboli ancora legati all'aria e al Re di cui sottolineano da destra in alto in senso orario la magnanimità, il valore, la bontà e la pietà.
Inserita originariamente in Tapisserie du Roy, où sont représentez les quatre éléments et les quatre saisons, opera edita verso il 1679, questa nostra stampa antica è una incisione edita separatamente nella seconda metà dell'ottocento come si evince anche dalla spessa carta usata.
Inseriamo il dettagli più interessanti: