Retino
Il retino fu la soluzione più ingegnosa applicata ai negativi fotografici per ottenere una scomposizione della luce che permettesse di pubblicare stampe antiche fotomeccaniche dotate di mezzetinte, cioè di sfumature che portassero dallo scuro verso in chiaro.
Senza il retino si potevano avere attraverso i processi fotomeccanici stampe antiche caratterizzate da soli segni bianchi e neri, come nel caso della zincotipia. Non fu facile trovare il rimedio a tale problema e ci vollero anni di tentativi prima di giungere all'inizio della seconda metà dell'ottocento al retino.
L'idea di base era quella di frammentare l'immagine in numerosi minimi punti ciascuno più o meno carico di nero affinché si potesse in una visione complessiva a distanza, ingannando l'occhio umano, dare l'impressione di sfumature.
I punti si formavano dalla sovrapposizione di due vetrini portanti ciascuno delle fitte linee rette scure, che incrociandosi ortogonalmente andavano a costituire il retino. La luce attraversando i due cristalli uniti subiva una leggera deviazione tanto da creare sul supporto sottostante una trama che sarà formata da linee o da punti.
In particolare in corrispondenza delle aree scure della fonte da riprodurre si avrà una riflessione minore tanto da rendere visibili come linee continue quelle del retino e come un puntino bianco lo spazio dei vetrini non segnato. Questo puntino bianco andrà vieppiù accrescendosi a scapito delle linee nere man mano che la luce provenga da zone più chiare nell'originale, fino a frammentare e cingere le linee nere che appariranno come degli isolati punti.
Ciò avviene in piccola scala, tanto che solo nei retini meno fitti la trama linee-punti è visibile osservando da vicino una stampa antica ottenuta tramite un processo fotomeccanico che si sia avvalso di tale ingegnoso mezzo; ma è sufficiente un retino solo un po' più fitto per rendere necessario l'uso di una lente di ingrandimento.
A grande scala, ossia a livello di apprezzamento complessivo della stampa antica, il retino sarà visibile solo come resa in fatto di mezzetinte che avrà creato col passaggio graduale dalle piene linee nere per lo scuro, fino agli ampi spazi bianchi per i toni più chiari.
Ciò che interessa maggiormente chi si occupa del lato della stampa antica è il marchio indelebile del retino, visibile con la lente contafili, il quale dimostra di essere di fronte ad una riproduzione fotomeccanica.