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Prima edizione dell'Hortus Eystettensis

La prima edizione dell'Hortus Eystettensis risale al 1613 ed è la più interessante, quella maggiormente studiata, ma anche l'edizione che presenta ancora interrogativi non risolti che non sempre concernono aspetti secondari.

Si può affermare che questa prima sia stata l'unica edizione dell'Hortus Eystettensis di successo, mentre le successive si sono rivelate dei tentativi di rinverdire il progetto con risultati scarsi.

Circa l'anno di stampa della prima edizione dell'Hortus Eystettensis si è concordi con il 1613, quanto meno perché sul frontespizio è riportato; ma già sul luogo di stampa ci sono incertezze tra Altdorf, tendenzialmente scartata, Augusta e la più probabile Norimberga.
È convincimento inoltre che non vi sia stato un unico luogo ove fu impressa, ma ve ne siano stati diversi, forse concentrati a Norimberga, oppure presenti anche ad Augusta; aspetto che implicava uno sforzo maggiore a livello organizzativo e logistico da parte di Basilius Besler, ma permetteva sensibili guadagni di tempo.

Il Besler fece stampare due versioni diverse per architettura dell'Hortus Eystettensis: una chiamata “edizione commerciale” ed una definita “edizione di lusso”.

La prima era destinata ad un pubblico più ampio, aveva un costo minore, benché sempre molto elevato, era previsto che restasse in bianco e nero e che si utilizzasse una carta buona, ma senza filigrana, infine che avesse il testo relativo alle piante impresso nel verso dei fogli recanti le incisioni.

volumi dell'hortus eystettensis
La versione lussuosa si differenziava fondamentalmente per avere il medesimo testo stampato su fogli separati, in maniera tale che le tavole con le piante, avendo il verso bianco, non fossero disturbate dal trasparire della parte scritta.

Ciò a vantaggio della purezza delle immagini che si prevedeva di colorare. L'aggiunta del colore era la causa preponderante del lievitare del prezzo a 500 fiorini, dieci volte tanto rispetto alla versione commerciale.

Inoltre i fogli dovevano essere di qualità superiore e dotati di filigrana.

Tuttavia, gli esemplari della versione più pregiata della prima edizione dell'Hortus Eystettensis sono tutti con la dedica al principe-vescovo Johann Christoph von Westerstetten, succeduto all'anima del progetto “Hortus Eystettensis” Johann Konrad von Gemmingen morto alla fine del 1612; aspetto che in sé non costituirebbe una stranezza, se non esistessero anche alcuni esemplari con la qualità della tipologia commerciale, ma con il testo a sé stante, quindi portati al rango di lusso, esclusivamente dedicati a Johann Konrad von Gemmingen.

Qualcosa deve essere avvenuto da giustificare una sottostima delle necessità di carta migliore da parte del Besler.

Infatti si hanno informazioni che indicano come la carta filigranata utilizzata per questa prima edizione dell'Hortus Eystettensis fosse disponibile fin dall'inizio; Besler aveva per tempo provveduto ad ordinare tutta la carta necessaria alle 300 copie previste con Johann Konrad von Gemmingen ancora vivo, prevedendo che sarebbe stato pronto ad intraprendere la stampa a cavallo tra il 1612 e il 1613 e che probabilmente le autorità cittadine e i personaggi più in vista, in trepidante attesa, avrebbero ricevuto i loro volumi verso la metà dell'anno.

L'imponderabile dipartita del vescovo e la nomina al suo posto di Johann Christoph von Westerstetten potrebbe essere l'imprevisto che spiega quegli esemplari di lusso con qualità commerciali.

Se costui, infatti, avesse chiesto uno stock di volumi per sé da utilizzare come doni a personaggi di rango, avrebbe scombussolato l'organizzazione di Basilius Besler che già aveva da soddisfare la commessa legata allo scomparso principe-vescovo.

Il Besler avrebbe ovviato all'inconveniente promuovendo alcuni volumi commerciali ad esemplari di lusso, fino a soddisfare il nuovo ordinativo e, essendo più opportuno accontentare con maggiore attenzione le volontà dei vivi che non quelle dei defunti, utilizzò tali libri esclusivamente per le necessità legate a Johann Konrad von Gemmingen.

L'operazione era fattibile in quanto per ragioni di praticità si provvedeva dapprima a stampare tutte le lastre, quindi ad aggiungere la parte tipografica, maggiormente laboriosa da formare, stampandola o nel verso dei fogli con le illustrazioni, oppure nei fogli bianchi a seconda che fossero destinati agli esemplari commerciali o di lusso. Sarebbe bastato opportunamente riorganizzare testi e dediche per risolvere l'impiccio.

Se così fosse realmente avvenuto, si avrebbe una giustificazione all'equazione carta con filigrana associata a Johann Christoph von Westerstetten, carta senza filigrana, ma in versione di lusso, legata a Johann Konrad von Gemmingen.


Un'altra ipotesi prevede la divisione della prima edizione dell'Hortus Eystettensis del 1613 in due pubblicazioni autonome e separate. La prima composta dai volumi commerciali e da quelli di pseudo-lusso con dedica al vecchio principe-vescovo; la seconda formata dai libri pregiati contenenti il ringraziamento al nuovo reggente di Willibaldsburg.

volume dell'hortus eystettensis
Alcuni documenti dimostrano come la prima di queste edizioni era completata prima del 22 luglio di quell'anno, quando la Giunta di Norimberga chiese a Besler una copia a colori da affiancare a quella in bianco e nero ottenuta precedentemente.

Inoltre, il 14 aprile del 1613 Johann Christoph von Westerstetten venne consacrato vescovo, assumendo pienamente il potere a Willibaldsburg, ma la pagina con la necessaria dedica al recente principe da inserire nei libri da lui ordinati è solo del 23 agosto.

Poiché di questi volumi relativi all'ipotizzata seconda edizione dell'Hortus Eystettensis del 1613 si ha una prima notizia al 12 ottobre, c'è da chiedersi come possa Besler averli pubblicati in un mese e mezzo.

Inoltre, con questa suddivisione in due edizioni dell'Hortus Eystettensis resterebbe da chiarire come mai Besler non adoperò da subito, come il buon senso avrebbe richiesto, la carta migliore filigranata.


Comunque siano andate le cose, di certo si sa che la prima edizione dell'Hortus Eystettensis era la più attesa e fu quella che ebbe il riscontro migliore di pubblico; cosa che non avvenne con le altre edizioni dell'Hotrus Eystettensis.

Struttura della prima edizione dell'Hortus Eystettensis

La struttura della prima edizione dell'Hortus Eystettensis prevede un frontespizio formato da un pronao di un tempietto che si apre sull'Eden.

frontespizio hortus eystettensis
Le eleganti doppie colonne a torciglione sono semi nascoste dalle figure di Re Salomone e Re Ciro il Grande, stimati ottimi botanici.

Il frontone è rotto dallo stemma di Johann Konrad von Gemmingen, circondato da Flora e Cerere che tengono fiori, frutta e un ramo d'ulivo il quale rimanda alla scena posta sotto il drappo col titolo, ove Dio va presentando ad Adamo il paradiso terrestre che si mostra in tutta la sua selvaggia bellezza dietro una palma.

All'architrave è appeso il tessuto dove si legge il lungo titolo dopo il quale è messa la data: M.D C. XIII.

È stato osservato come questa paia aggiunta in un secondo momento, quasi si fosse inciso il frontespizio lasciando vuoto lo spazio, sperando di poter chiudere il discorso entro il 1612 e non riuscendoci.


Gli abitanti di Eichstätt non amavano Basilius Besler, considerandolo uomo presuntuoso ed impertinente, lo accusavano di aver delocalizzato a Norimberga tutta l'attività e di essersi attribuiti tutti i meriti. Egli doveva essere uomo pieno di sé, infatti la prima tavola che si incontra sfogliando il volume è proprio il suo ritratto affiancato dallo stemma della famiglia. Al principe-vescovo, qualunque esso sia dei due, rimane solo una devota dedica, ma nessuna effige fu incisa, almeno fino all'edizione del 1640.

Dopo la pagina contenente l'elenco delle fonti utilizzate, cominciano le stagioni, cuore dell'Hortus Eystettensis. Per prima giustamente è posta la primavera.

Le stagioni sono introdotte ciascuna da un elegante foglio inciso, costruito con elementi delle wunderkammer e sovrastato dalle armi di casa Besler, nel quale cambia di volta in volta solo il nome della stagione e sono concluse dalle pagine con gli indici in latino e tedesco.

Questa struttura creata per la prima edizione dell'Hortus Eystettensis rimase sostanzialmente uguale anche nelle altre edizioni dell'Hotrus Eystettensis.



[ pagina iniziale L'Hortus Eystettensis di Basilius Besler ]

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di Davide Biffis

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