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Marco Sebastiano Giampiccoli

Marco Sebastiano Giampiccoli è stato uno tra gli ultimi incisori esponenti della scuola veneta, noto per una serie di stampe antiche su Venezia e soprattutto per alcune vedute di città e piazze di città venete.

Marco Sebastiano Giampiccoli nacque nell'estate del 1737 a Venezia da una famiglia originaria del Bellunese. La nonna paterna, Livia Ricci, era sorella di Marco Ricci, acquafortista affermato nel paesaggio, classico tema nelle stampe venete. Suo padre Giuliano Giampiccoli era un riconosciuto incisore veneto che resterà influenzato dall'eredità artistica dello zio Marco Ricci sia in ambito pittorico, sia incisorio.

Nascendo in cotanta famiglia, Marco Sebastiano Giampiccoli non poteva che divenire incisore. Trascorsa l'infanzia a Belluno, fu formato dal padre nel lustro iniziato nel 1754 e terminato con la morte del papà, il quale lasciò la famiglia in notevoli ristrettezze economiche.


Marco Sebastiano Giampiccoli scelse, dunque, di trasferirsi a Venezia dove in breve avviò la propria carriera di incisore in proprio. Fu indubbiamente capace di intraprendenza: non si limitava ad incidere, ma creava i disegni preparatori, ricercava i finanziatori; forse per un certo periodo funse anche da editore.

Nel decennio a cavallo tra gli anni '70 e '80 si colloca il periodo più ricco e felice del Giampiccoli, che "seppe cavare molto guadagno esercitando la patern'arte". Sono da ricordare su tutti le edizioni dei primi libretti rientranti nel proposito di pubblicare le notizie storiche e geografiche di tutte le province del Dominio Veneto, dando per ciascuna le informazioni essenziali ed impreziosendo ogni opera con almeno una tavola incisa. Il piano vide la sua realizzazione con Venezia, Feltre, Belluno, Asolo, Treviso, Chioggia, Bergamo e con il Friuli.

Il progetto era ben studiato, sia per la snellezza dei libretti ridotti a un formato maneggevolissimo, sia per il numero essenziale di pagine, sia per l'inserimento di una stampa veneta con la città e/o il territorio relativo.


Per l'aspetto tipografico Marco Sebastiano Giampiccoli si avvalse dell'ausilio del bellunese Simon Tissi, amico intimo di famiglia già al tempo di Giampiccoli padre e titolare dell'unica tipografia di Belluno, divenuta un centro di aggregazione di tutte le personalità culturali cittadine, ampiamente note anche oltre le mura della città nel fertile panorama del settecento veneziano.

veduta veneziana giampiccoli
È sempre in questi anni che si colloca la Raccolta delle principali prospettive della città di Venezia con 42 stampe disegnate ed incise da Giampiccoli, prendendo a modello tra gli altri 20 tele del Canaletto, apprezzate attraverso le stampe di Antonio Visentini, 7 lastre da Henricus Joinville ed altre da Michele Marieschi, Francesco del Pedro, Pietro Antonio Novelli, Antonio Battisti.



Questa ampia produzione calcografica incontrò largo favore nel pubblico e procurò al Giampiccoli i notevoli guadagni di cui parlano le fonti. Tuttavia dovettero essere mal gestiti se sulla fine del secolo, quando la sua fortuna iniziò a declinare, Giampiccoli fu costretto a cedere una parte importante del suo patrimonio di rami ai Remondini di Bassano, per conto dei quali il padre Giuliano aveva lavorato con intraprendenza e profitto negli anni '40. A Giuseppe Sardi, invece, cedette quelli relativi ai territori.

Ci sono testimonianze dei problemi economici che afflissero Marco Sebastiano Giampiccoli negli ultimi anni della sua vita. A dispetto della stanchezza dell'età, non si poté permettere d'esimersi dal lavoro.

giampiccoli di asolo
È in questo frangente che si collocano alcune stampe antiche con vedute di città e territori di piccolo formato caratterizzati da una cornice con l'aquila bicipite in alto e  con la scritta "Romanorum Imperator", in onore del nuovo potere austriaco subentrato, grazie a Napoleone, ai Dogi.



Possiamo ricordare anche i 24 intagli in rame disegnati dal Giampiccoli e raccolti nei "Prospetti di chiese veneziane", che furono utilizzati da Giovanni Maria Pedrali nella "Raccolta delle vedute delle chiese visitate da Pio VII", pubblicato in occasione della celebrazione per l'elezione veneziana al Soglio pontificio di Barnaba Chiaramonti.

Marco Sebastiano Giampiccoli morì a Venezia nel 1809 nella più squallida miseria.

La critica su Marco Sebastiano Giampiccoli

La critica non è mai stata benevola con Marco Sebastiano Giampiccoli, classificandolo fondamentalmente un incisore scadente.
Certamente, come il padre, fu un riproduttore e non un incisore di invenzione, ossia lavorò proponendo soggetti ideati da altri che al massimo Giampiccoli rielaborava in alcuni dettagli, in alcuni personaggi. Certamente ebbe una mano meno felice del suo insegnante Giuliano Giampiccoli, dimostrando professionalità, non talento.


Indubbiamente prima di lui erano state create stampe venete di insuperabile qualità, che avevano posto l'asticella su valori difficili da raggiungere; tuttavia a lui vanno attribuiti indiscutibilmente almeno due meriti: si staccò dalla produzione paterna e dall'eredità dello zio Marco Ricci cercando una personale strada e lo fece dimostrando iniziativa, come si deduce dalle infinite dediche che accompagnano le stampe del Giampiccoli e che le rendono di immediato riconoscimento, nonché flessibilità, come dimostra la cornice Romanorum Imperator ideata adeguandosi con intelligenza ai tempi.

Tutte le sue vedute generali di città, le piazze, i territori, i suoi scorci di Venezia, le sue chiese, la sua grande pianta della città lagunare si inserirono all'epoca, e continuano oggi dopo due secoli, in una precisa richiesta del mercato, considerata minore, che bramava conoscere e visualizzare il proprio ambiente di vita, piuttosto che i centri governati dalle medesime leggi venete.

veduta veneziana giampiccoli


Tutti i Senatori e Patrizi Veneti, i Canonici e i mecenati di ogni sorta che finanziarono la pubblicazione delle stampe di Marco Sebastiano Giampiccoli furono consacrati dalle sue dediche, dimostrando grandezza in vita e guadagnando notorietà tra i posteri.

Stampe Antiche

di Davide Biffis

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