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Il mappamondo di Mercatore

Il mappamondo di Mercatore del 1569 è la rappresentazione cartografia che segna un punto di svolta nella sua produzione che tra un po' inizierà a vivere di raccolte di carte e non più di eccellenti mappe singole.

Nova Et Aucta Orbis Terræ Descriptio Ad Usum Navigantium emendate accommodata è un mappamondo murale in diciotto fogli che presenta per la prima volta la proiezione trovata da Gerardo Mercatore e che per cura nel vaglio delle fonti si dimostra un aggiornato punto sulle conoscenze e credenze geografiche di metà secolo.


Geograficamente il mappamondo di Mercatore dimostra la consueta cura nella scelta delle fonti, nel loro confronto e nella loro armonizzazione; i documenti adoperati spaziano dalle carte continentali o regionali più recenti, ad esempio di Ortelio, Gastaldi o Ramusio, alle carte nautiche castigliane o portoghesi, alle fonti classiche come l'intramontabile Tolomeo, o il medievale buon Marco Polo.

Giustamente alcuni aspetti non erano ancora noti e quindi Mercatore dovette lavorare per intuizione o supposizioni che talvolta peggiorarono il suo precedente mappamondo del 1538, come nel caso dell'artico, mostrato nel dettaglio all'interno di in un cerchio, ora diviso in quattro isole e non più compatto.

Oppure non ha i mezzi per difendersi da convinzioni radicatissime che nessuno ha motivo o interesse di andare a verificare quali la pletora di isole che costellano il nord Atlantico, capeggiata dalla sfuggente Frislandia.
Esse nascono da una carta del 1558 di Nicolò Zeno, preparata per descrivere presunti viaggi di suoi antichi parenti nei mari del nord.

mappamondo di mercatore
Lo Zeno si rifece ad una mappa del 1427 di Claudio Clavo ed ebbe la trovata indicare tante isole quanti erano i nomi riportati nelle carte precedenti, senza sospettare che nomi differenti potessero indicare la medesima isola.

Nacque così un arcipelago nell'Atlantico del nord che tramite Ruscelli, Ortelio e soprattutto Mercatore divenne certificato e fu duro a sparire.

 

L'influenza cartografica del mappamondo di Mercatore si diffuse sia direttamente, sia attraverso l'omologa carta di Ortelio inserita nel suo Theatrum Orbis Terrarum che ripropose, riducendolo, il lavoro dell'amico Gerardo, il quale tuttavia, forse colpito da alcune critiche legate in particolar modo alla deformazione dovuta alla sua proiezione delle terre lontane dall'equatore, scelse di non inserirlo nel suo futuro Atlas. Sarà il figlio Rumold a sopperire alla mancanza.


La fama di Mercatore era tale che tra i contemporanei ed anche i posteri si perpetuarono le esplorazioni verso quei sfuggenti passaggi nordici ad est e ad ovest che avrebbero dovuto condurre nei paesi delle spezie e che il cartografo chiaramente indicava come possibili. Tanti furono gli esploratori che vi si cimentarono anche a costo della vita, ad iniziare dal corsaro inglese Martin Frobisher che fidandosi di Mercatore confuse non poco le terre toccate nei suoi viaggi.

La proiezione di Mercatore

La proiezione usata nel mappamondo di Mercatore, come è dichiarato nel titolo della carta geografica, ha l'obiettivo di semplificare il tracciato delle rotte ai marinai, creando loro una carta che permettesse di andare in qualsiasi luogo seguendo un angolo costante indicato da una bussola, lungo quella linea chiamata lossodromia che sarebbe risultata una comoda retta.

Essa non sarà il percorso più breve, ma il più semplice in quanto, per seguirlo, basterà mantenere immutata una rotta scelta alla partenza.


Per mettere su carta questa teoria Mercatore ideò la sua proiezione che tecnicamente è chiamata cilindrica conforme e che in pratica si riconosce in quanto mantiene i meridiani perpendicolari all'equatore e tutti equidistanti, mentre i paralleli, man mano che si avvicinano ai poli, si allontanano dal precedente.

Il vantaggio è legato alle linee lossodromiche utili principalmente a chi andava per mare, lo svantaggio deriva dalla deformazione delle superfici delle terre che si avvicinano ai poli.
Ad esempio, se la Scandinavia fosse delineata anche sull'equatore, sarebbe più piccola dell'omologa raffigurata sotto il circolo polare artico.

Pare che lo stesso Mercatore ci sia arrivato per via empirica, non per via matematica, infatti sarà necessario attendere ancora quasi un secolo prima che la proiezione avesse le sue complete basi di calcolo, verso le quali il cammino fu iniziato da Edward Wright nel 1599 e che addolcirono le ritrosie degli uomini di mare che si ostinavano a non adottare pienamente l'innovazione.

Aspetto del mappamondo di Mercatore

L'aspetto del mappamondo di Mercatore è monumentale con i suoi 2 metri e 12 di larghezza per uno e 34 di altezza.

Il planisfero, di cui sono sopravvissute tre copie, si mostra cinto dalla consueta cornice, ricchissimo di tabelle con un fitto testo descrittivo nel carattere italico caro a Mercatore, con i mari ricoperti di rose dei venti da cui si irradiano le rette lossodromiche che intersecano pesci più o meno reali, tritoni, draghi marini e flotte di vascelli con le vele spiegate gonfie di vento.


L'aspetto del mappamondo di Mercatore mostra una dicotomia: da una parte vi sono i territori classici, diciamo tolemaici, che appaiono ricchi di dettagli geografici, dall'altra il restante nel quale la ricchezza di minuzie si fa rada o addirittura inesistente nelle grandi masse di terra da poco esplorate o ancora da conoscere ed è qui, principalmente nel sud America, che si trovano animali e uomini disegnati.

 

Il nuovo mondo
mappamondo mercatore

mappamondo mercatoreIl vecchio mondo

 

Tuttavia queste note di colore sono ben poca cosa rispetto alle usanze e certamente i gusti del periodo; per averne un'idea basta osservare l'Antartide immaginato dal Gastaldi nel suo mappamondo del 1561, che Mercatore adoperò come fonte, infinitamente cosparso di ogni sorta di creatura vera o fantastica.

Da questo momento per Gerardo Mercatore si aprono le vie verso nuove e più articolate realizzazioni, il cui progetto è descritto nella Chronologia di Mercatore.

[ pagina iniziale Gerardo Mercatore ]

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