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John Gerard

John Gerard (1545-1612), benché non fosse il primo, fu il più prestigioso studioso di piante in ambito inglese, insieme a William Turner (1508 ca.-1568) e a John Parkinson (1567-1650).

Dopo i primi erbari cinquecenteschi, il periodo a cavallo tra la seconda metà del cinquecento e la prima del seicento è passato alla storia per essere stato indubbiamente il più straordinario circa la produzione di erbari e John Gerard ebbe la fortuna e l'abilità di inserirsi in questo felice settore, benché egli non fosse propriamente un botanico. Non a caso in questi anni si collocano le prime edizioni del celeberrimo "Commentarii in sex libros" di Pietro Andrea Mattioli che formerà generazioni di farmacisti, speziali, erboristi fino a settecento inoltrato.

Osservatore attento, giardiniere e collezionista entusiasta, abile e brillante nella scrittura, John Gerard era in realtà un chirurgo-barbiere e con questa qualifica in gioventù venne imbarcato in viaggi di esplorazione.
Nel 1596 pubblicò la lista delle coltivazioni presenti nel suo giardino: vi si trovano sia piante autoctone, sia (ed è la parte maggiormente interessante) piante esotiche ottenute con scambi o regali di colleghi d'oltre oceano, a dimostrazione della fama di esperto erborista che aveva saputo costruirsi.

La svolta della sua vita arrivò poco dopo quando venne incaricato da John Norton di portare a termine un erbario già impostato, ma lasciato incompleto a causa della scomparsa del precedente autore. Il Norton, motivato dai successi degli erbari, voleva pubblicare una traduzione in inglese del Stirpium historiae pemptades sex di Rembert Dodoens (Dodonæus latinizzato) stampato da Christoph Plantin ad Anversa nel 1583 e aveva incaricato dell'operazione il Dottor Robert Priest membro del London College of Physicians, il quale, tuttavia, scomparve anzi il fiorir del libro.

The Herball di John Gerard

gerard
Non sappiamo se John Gerard si trovò tra le mani solo delle note o un lavoro ormai avanzato, ma sappiamo che il nostro non masticava agevolmente il latino e questo fu alla base di non pochi errori nel collegare le immagini ottenute da 1800 xilografie (su 2200 che l'editore gli mise a disposizione) con il corretto testo che le descrivesse.
Gerard stesso nella prima edizione, uscita nel 1597 con titolo The herball, or generall historie of plantes, lo sottolineò.

In effetti, le tavole non furono incise ex-novo, ma Norton si fece spedire e riutilizzò quelle che l'editore di Francoforte sul Meno Nicolaus Bassaeus nel 1590 aveva inserito nell'Eicones plantarum di Jacob Theodor Tabernæmontanus. Siffatti scambi erano all'ordine del giorno, sia per i costi che si sarebbero dovuti sostenere nell'incidere legni nuovi, sia nella necessità di accelerare i tempi di pubblicazione.


Accanto a tale usanza troviamo l'abitudine di incidere xilografie nuove, ma basate su immagini già apparse: è così che si diffusero stereotipi ed errori a cui il John Gerard non fu né immune, né estraneo. Ad esempio, lui propagandò la credenza delle Oche faccianera che si riteneva nascessero da una conchiglia prodotta da un albero: in realtà si tratta di un crostaceo che si rinviene spesso in mare attaccato a tronchi galleggianti, da cui la leggenda.

Altra dimostrazione è quella del Draco, albero delle Canarie, rappresentato già nel 1491, ma la cui iconografia più fortunata fu preparata nel 1576 per l'erbario del fiammingo Clusio e da qui si diffuse immutata fino all'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert, passando anche attraverso l'erbario di John Gerard.

Per contro va dato merito al Gerard di aver per primo in Inghilterra descritto la patata, benché egli ne ignorasse l'origine sudamericana, anzi la indica come "Virginiana", ossia originaria della Virginia, termine con cui si indicava genericamente il nord America.

Altre edizioni dell'erbario di John Gerard

The herball, or generall historie of plantes conobbe altre due edizioni nel 1633 e 1636.
Morto il Gerard, gli eredi del Norton incaricarono Thomas Johnson, un farmacista, di riprendere in mano la fatica di John Gerard per emendarla dagli errori, per riscriverla, modificarla, migliorarla, ampliarla, giustamente nei tempi più brevi possibili.
In effetti erano trascorsi circa vent'anni dalla scomparsa del Gerard e le conoscenze botaniche erano progredite tanto da giustificare un rinnovamento del "The herball, or generall historie of plantes".

Pare che Johnson abbia terminato la revisione dell'erbario di John Gerard in solo un anno, pur avendo aggiunto centinaia di nuove descrizioni botaniche. Il nuovo volume fu stampato a Londra nel 1633 da Adam Islip, Joice Norton e Richard Whitakers e venne rapidamente etichettato come "Gerard emaculatus" (Gerard mendato dalle macchie). Nel 1636 vi fu una una terza ed ultima ristampa, questa volta in tutto identica a quella di tre anni prima.

Il corposo libro fu migliorato da Thomas Johnson, il quale corresse i molti errori commessi da Gerard nel testo e nell'identificazione delle illustrazioni di piante; le variazioni riguardarono soprattutto la parte testuale che fu con abbondanza accresciuta, circa raddoppiata, mentre l'apparato iconografico venne arricchito in parte minore e non inserendo xilografie appositamente incise, bensì approfittando dei legni già apparsi nelle opere botaniche stampate ad Anversa da Christophe Plantin ed oramai in mano agli eredi Moretus, i quali possedevano una delle più attrezzate officine editoriali d'Europa. Ad esempio venne sostituita la matrice relativa alla patata, che tuttavia mantenne il nome datole da Gerard "Battata Virginiana, sive Virginianorum, & Pappus".

A dispetto delle critiche che si attirò già dai contemporanei il "The herball, or generall historie of plantes" di John Gerard, va evidenziato il grande e duraturo successo che riscosse; in effetti, se egli non era un esperto riconoscitore di piante, preferendone una conoscenza in ambito farmacologico, se la sua cultura non era ai livelli di altri esimi botanici inglesi di fine cinquecento, tuttavia il suo scrivere fluido e piacevole, le note personali che ha saputo inserire e l'armonia tra testi ed immagini giustificano il credito di più famoso di tutti gli erbari inglesi.

 

 

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di Davide Biffis

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