logo
  • Slide Home 1

Hortus Eystettensis

Hortus Eystettensis è il titolo scelto da Basilius Besler per l'opera descrittiva dei giardini di Eichstätt.
Compiutamente il frontespizio della prima edizione recita: Hortvs Eystettensis, sive Diligens et accvrata omnivm Plantarvm, Florvm, Stirpivm, ex variis orbis terræ partibvs, singvlari stvdio collectarvm, quæ in celeberrimis viridariis arcem episcopalem ibidem cingentibvs, hoc tempore conspicivntvr delineatio et ad vivvm repræsentatio opera Basilii Besleri Philiatri et pharmacopoei. M.D C. XIII.

Come Johann Konrad von Gemmingen è stato in Germania tra i primi ad allestire dei piacevoli giardini di relax non aventi un fine d'utilità, così anche il volume che doveva raccontarli è stato con chiarezza pensato in un'ottica puramente decorativa, cominciando dal titolo, semplicemente Hortus Eystettensis, giardino di Eichstätt.

fiori basilius besler
Data la ricchezza e il rango del committente il libro doveva presentarsi di pari livello; da qui deriva il formato reale (con fogli in altezza tra i 53 e i 58 cm), l'eccellente qualità delle 367 incisioni e il prezzo che variava da 48 a 500 fiorini a seconda che l'esemplare fosse in bianco e nero, oppure colorato; aspetto che ne faceva uno dei più costosi libri del primo seicento.

Investire 48 fiorini -con un conto a spanne si può tradurre in 16.000 euro- per un libro nuovo limitava la platea dei possibili acquirenti, tuttavia si sarebbe rivelato un indovinato investimento se confrontato con le cifre realizzate al giorno d'oggi dai medesimi volumi.

La sequenza delle tavole nell'Hortus Eystettensis segue lo sviluppo della fioritura delle piante, dividendole secondo le quattro stagioni.
Ne consegue che nella sezione della primavera e dell'estate sono rappresentate numerose essenze, mentre autunno ed inverno sono composte da poche stampe (rispettivamente 42 e 7, contro le 134 e 184 delle altre due stagioni). Su ognuna delle 367 lastre sono incise le immagini di più vegetali, solitamente tre, tanto che il numero complessivo di piante arriva a 1084, con la nomenclatura moderna raggruppabili in 340 generi di 90 famiglie.

Ogni pianta è stata raffigurata in tutta la sua bellezza a grandezza naturale se confacente alle esigenze estetiche di organizzazione dello spazio nel foglio; diversamente è stata ridotta od ingrandita secondo le necessità, dando sempre la precedenza alla bellezza ed armonia dell'insieme. Ciò ad ulteriore dimostrazione del fine di godimento dell'Hortus Eystettensis, che si rivela quindi un magnifico florilegium e non già un erbario o una farmacopea.

Le incisioni dell'Hortus Eystettensis

Limitatamente alle incisioni dell'Hortus Eystettensis, alle 367 lastre delle piante vanno aggiunte quelle del frontespizio, del ritratto di Basilius Besler e le quattro tavole delle stagioni; data la mole, l'Hortus Eystettensis si presenta di conseguenza diviso in due, se non tre, volumi.

I rami furono incisi da almeno una quindicina di persone, di cui si possono leggere su 74 tavole i monogrammi o il nome per esteso che aiutano nell'identificazione.

Sono stati accertati gli intagli dell'abile fiammingo Dominicus Custos su 6 rami con le iniziali D.C., di suo figlio Raphael Custos su 3 tavole (R. Custodis o R.C.), di Georg Gärtner attivo a Norimberga su 2 tavole siglate G.H. dal suo nome in latino Georg Hortulanus, di Johann Leypoldt il quale ha firmato 23 incisioni più la tavola delle quattro stagioni (appare tutto il nome come nella la lastra delle quattro stagioni, oppure J.L.), dell'anziano Levin van Hulsen con 6 rami (V.H.), di suo figlio Friedrick van Hulsen con 2 incisioni (F.H.), di Peter Isselburg anche se su  un solo rame (P. Isselburg), di Servatius Raeven con 7 lastre all'attivo (Seruasius, P. Raeuen, Seruaes Raeuen, Seruatius), di Heinrich Ulrich con 3 intagli e la firma per esteso, di Wolfgang Kilian (W.K.) che ha siglato il frontespizio oltre a 6 tavole.
Altre sigle nasconderebbero i nomi di Daniel Hertzog (D.H.) che lavorò anche ai disegni, Dietrich Krüger (D.K.), Hieronymus Lederer (H.L.) e Georg Remus.

Le incisioni dell'Hortus Eystettensis si calcola possano essere incominciate nel periodo tra la fine del 1606 e l'inizio del 1607.

firma di wolfgang kilian
In un primo momento del lavoro fu incaricata l'officina Kilian di Augusta, capace di garantire una elevata qualità incisoria, dove oltre a Wolfgang vi lavoravano i Custos.

In seguito, con 50 lastre già incise, ci si rivolse agli artigiani di Norimberga, centro di tradizione, nonché paese natale di Basilius Besler, il quale pare avesse fatto pressioni su Johann Konrad von Gemmingen a favore della città della Franconia, che offriva la possibilità di accelerare il lavoro, affidandolo a quei professionisti di cui Besler evidentemente si fidava e conosceva direttamente, essendo suoi concittadini.


Il solo aspetto poco chiaro di questa ricostruzione concerne Levin van Hulsen (V.H.), citato in tutte le fonti, in quanto sarebbe morto già nel 1606 a Francoforte sul Meno, dove giunse ai primissimi del secolo proveniente da Norimberga.

Le incisioni dell'Hortus Eystettensis venivano effettuate sulla base di disegni in bianco e nero appositamente già predisposti a tavolino con l'abbinamento delle diverse piante che si voleva far apparire nel foglio stampato, accostate una all'altra secondo semplici criteri cromatici ed estetici.
Gli studiosi hanno lungamente attribuito tale lavoro al laboratorio di Wolfgang Kilian ad Augusta; più recentemente si è fatta strada una posizione più critica su tale attribuzione, in attesa di ulteriori studi di approfondimento.

Oggi presso la Biblioteca dell'Università di Erlangen sono mirabilmente conservati tutti i 367 disegni preparatori alle incisioni dell'Hortus Eystettensis.

Affinché si potessero creare delle composizioni ottimali, si rendeva necessario che il laboratorio Kilian, o chi per esso, disponesse di immagini precise nella forma e nel colore di ogni singolo fiore ed a ciò provvidero alcuni pittori, tra i quali sono stati identificati Daniel Herzog di Augusta, Georg Gärtner, già incontrato tra gli incisori, e Sebastian Schedel di Norimberga. 289 fogli con i disegni colorati di quest'ultimo con piante si trovano custoditi al Royal Botanic Gardens di Kew presso Londra; non si conoscono con chiarezza le circostanze del loro arrivo, ma pare risalgano ad una acquisizione della seconda metà dell'ottocento.

Le varie piante erano settimanalmente spedite da  Eichstätt verso Norimberga, poste in opportune scatole, perché giungessero fresche, piene di forma e di colori, adatte ad essere copiate.
Evidentemente tali invii non potevano sempre effettuarsi sia per mole di alcune piante, sia per altri problemi pratici, quali il rapido sfiorire di alcune di esse. Anzi, probabilmente nel primo anno di lavoro non si effettuarono, sostituiti da un lavoro di copia in loco presso il giardino del castello di Willibaldsburg, oppure attraverso l'utilizzo di immagini tratte da testi botanici o ancora utilizzando i fiori che Besler stesso coltivava nel suo personale giardino a Norimberga.

I Testi dell'Hortus Eystettensis

I testi dell'Hortus Eystettensis rivestono un ruolo subordinato alle immagini, tanto che nelle edizioni di lusso la parte scritta era stimata esteticamente superflua.
Certamente il libro si rivolgeva ad un pubblico meno interessato al contenuto scientifico e più incline al gusto immediato del visivamente bello. Incuranti di ciò, piovvero su Basilius Besler varie critiche relative alla correttezza e precisione dei testi descrittivi delle diverse piante presentate nell'Hortus Eystettensis.

Non essendo uno scienziato, Basilius Besler da solo non avrebbe potuto approfondire la materia botanica secondo le metodologie dei grandi erbari rinascimentali, sicché si limitò a poche succinte note con la descrizione, col luogo di ritrovamento, con la biografia essenziale consultata e col nome comune in tedesco.

Per la stesura dei testi dell'Hortus Eystettensis Besler richiese il supporto del concittadino acquisito Ludwig Jungermann, dottissimo botanico facente parte del Collegium Medicum di Norimberga, una sorta di autorità sanitaria della città, all'interno della quale sedeva anche Hieronymus Besler, fratello minore di Basilius.
Tuttavia ottenne solo dei consigli e qualche informazione, ma non quell'appoggio pieno di cui avrebbe avuto bisogno.

Ludwig Jungermann non fu interpellato a caso.

Suo zio era Joachim Camerarius il giovane, il quale, figlio del raffinato umanista Joachim Camerarius il vecchio, era stato uno tra i fondatori del Collegium Medicum di Norimberga nel 1592 e soprattutto colui che Johann Konrad von Gemmingen chiamò in principio a dirigere il giardino di Willibaldsburg, dovendolo sostituire dopo la sua morte nel 1598 con Basilius Besler.

Besler e Camerarius si conoscevano e probabilmente avevano idee simili oppure il primo aveva scelto di proseguire sulla scia del secondo. Infatti Joachim Camerarius curava a Norimberga un proprio prestigioso giardino ricco di numerose varietà di piante ottenute anche grazie all'aiuto di Carolus Clusius, botanico e fondatore negli stessi anni dell'hortus academicus di Leida.
Tra le essenze che avremmo potuto ammirare nel verde di Camerarius vi erano piante esotiche, tra cui numerose dal vicino oriente, mescolate con le più ricercate tra le autoctone.

Joachim aveva anche preparato un florilegium manoscritto datato circa 1589 nel quale illustrava i propri fiori; si considera quest'opera una sorta di apripista dell'Hortus Eystettensis per le numerose similitudini che li accomunano ad iniziare dalla tipologia di vegetali illustrati, identici per due terzi, per la divisione in stagioni a seconda della fioritura, per la mescolanza di tavole con piante locali ed esotiche, per la conformità dei nomi, per la ricerca del bello.

Si ipotizza che Joachim Camerarius possa aver prospettato a Johann Konrad von Gemmingen di creare, a giardino fatto, un libro che ne esaltasse la bellezza; essendo passato a miglior vita dopo pochi anni di lavoro presso il castello di Willibaldsburg, il suo testimone è stato raccolto da Basilius Besler, che ha saputo portare a compimento il progetto.

In quest'ottica è normale che Besler per completare l'Hortus Eystettensis si sia rivolto a Ludwig Jungermann, nipote di Joachim Camerarius il giovane, quasi che a farlo non fosse lui, ma lo zio.
I rapporti tra i due in seguito si guastarono, come si legge in una lettera di Ludwing Jungermann del 1614.

Se i testi dell'Hortus Eystettensis sono scarsamente istruttivi scientificamente, sono fondamentali per il riconoscimento delle varie edizioni ed in particolare rivestono un ruolo chiave nella prima edizione dell'Hortus Eystettensis.



[ pagina iniziale L'Hortus Eystettensis di Basilius Besler ]

Stampe Antiche

di Davide Biffis

Abbiamo intrapreso l’attività nel 1981 dapprima dedicandoci alle stampe antiche di Maestri, quindi rivolgendoci alla cartografia e vedutistica italiana e alle stampe antiche decorative. Partecipiamo alle più conosciute mostre di antiquariato del nord Italia, affiancate dal 2012 dall’attività di vendita online tramite questo sito.

Contatti

WhatsApp: 347 019 30 06
Indirizzo: via Alemagna, 13 - 31030 - Carbonera (TV)

Appuntamenti

Da sabato 20 fino a domenica 28 aprile saremo presenti alla manifestazione d'antiquariato di Assisi. Ogni approfondimento è rimandato alla nostra pagina dedicata ad AMAB Assisi Mostra Arte Antiquariato Bastia Umbra 2024.

assisi antiquariato 2023

Utilizziamo i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione. Navigando questo sito sei d'accordo con l'utilizzo degli stessi. Maggiori informazioni. OK