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Gutenberg a Strasburgo

Johannes Gutenberg deve aver condotto una vita complessivamente riserbata considerando i vari vuoti che nella sua biografia vi sono. Possiamo affermare che nel 1430 Gutenberg non era più a Magonza, ma è solamente nel 1434 che appare a Strasburgo.

Strasburgo era una delle città più grandi ed importanti dell'Impero. Papa Pio II la descrisse così: “Strasburgo con i suoi canali non ha nulla da invidiare a Venezia. Le sue dolci acque sono molto più pure di quelle salmastre e maleodoranti della laguna. Le sue case sono talmente belle che vi potrebbe risiedere perfino un Re”.

duomo strasburgo
La città, facilmente raggiungibile da Magonza risalendo il Reno, vantava i più bei capolavori dell'architettura del tempo. Sotto la guida di un capomastro di Colonia, infatti, fu realizzata proprio in quel periodo una delle due torri della Cattedrale che raggiungeva un'altezza di ben centoquarantadue metri.

Del Gutenberg orafo di questo periodo si sa poco, solo da poter affermare che si rivelò abile al punto da poter dare lezioni di incisione sui metalli; ma Gutenberg non dimenticò la sua formazione intellettuale, sia per le solide basi avute negli studi a Magonza, come conveniva a un giovane della sua classe sociale, sia perché a Strasburgo arrivavano, seguendo il Reno da Basilea, i primi soffi del Rinascimento, destinati a dissolvere le ultime brume del Medio evo.


A Strasburgo c'era una mentalità più aperta rispetto a Magonza. L'influsso dell'Umanesimo italiano trovò terreno fertile nella vita culturale della città. Secondo la nuova concezione rinascimentale l'uomo non doveva assoggettarsi a leggi prestabilite e immutabili, ma diventava artefice del proprio destino. L'umo rinascimentale realizzava se stesso nello studio, nella conoscenza e per far questo servivano i libri.
I testi in circolazione erano però molto pochi, poiché venivano copiati a mano.

In un resoconto dell'epoca, si parla di un ricco artigiano veneziano che aveva alle sue dipendenze duecentocinquanta tra miniatori e copisti, ma non riusciva a produrre abbastanza volumi per soddisfare le richieste dei suoi clienti. Gutenberg comprese che se avesse trovato un sistema più veloce per riprodurre i libri, avrebbe fatto grandi affari.

Gutenberg a Strasburgo negli anni trenta

Cosa trattenesse l'inventore tedesco a Strasburgo si può solo arguire. Un motivo potrebbe risiedere della politica di privilegi che la città di Strasburgo concedeva agli stranieri che vi si installavano. Un altro più romantico potrebbe essere il fidanzamento con una certa Anna Ennelin, una giovane di famiglia patrizia che abitava a Strasburgo.

Gutenberg la chiese in sposa, secondo quanto riportano le cronache, ma cercò di rompere molto presto il fidanzamento. Forse si era stancato di quella relazione, forse non voleva sposarsi per potersi dedicare totalmente ai progetti di lavoro che lo coinvolgevano sempre di più. All'inizio Anna si dimostrò paziente e comprensiva, ma in seguito cominciò ad insistere perché Johannes mantenesse la promessa di matrimonio. Di fronte all'ennesimo rinvio, i due si lasciarono con un litigio.

Sembra che Gutenberg abbia dovuto affrontare persino un processo nel 1436 per aver infranto la promessa matrimoniale. Gutenberg si sarebbe difeso energicamente, dimostrando un temperamento deciso e volitivo; non si conosce l'esito del procedimento, ma di certo Gutenberg non si sposò.

Rimase a Strasburgo anche per sbrigare una faccenda legata all'eredità lasciatagli dalla madre, scomparsa nel 1433. Avrebbe dovuto ricevere 310 fiorini, tuttavia il consiglio cittadino di Magonza si appropriò del lascito, con il pretesto che sarebbe servito a pagargli una rendita annua. In realtà egli non ricevette nemmeno un soldo.
Decise quindi di scrivere una lettera alle autorità di Strasburgo in cui chiedeva di far arrestare lo scrivano di Magonza, colui che si occupava della trascrizione di tutti i documenti. Gli scrivani cittadini erano personaggi illustri, anche in virtù d'essere tra i pochi in grado di leggere e scrivere, ma la lettera sortì un buon esito e di lì a poco Gutenberg ottenne finalmente i suoi fiorini.

Questo dimostra che Gutenberg conosceva bene la società in cui viveva, sapeva quali erano i suoi diritti e come farli valere.

La cosa più probabile è che si sia trattenuto a Strasburgo per il lavoro, non tanto di orafo, quanto quello legato alla realizzazione dei progetti che aveva in testa da un po' di tempo.

Gutenberg in società

Effettivamente, nel 1437 dicono i documenti ufficiali, Gutenberg costituì una società con tre cittadini di Strasburgo, Andrea Drytzehen, Andrea Heilmann e Johan Riff. Quest'ultimo in qualità di orefice aveva ricevuto una sovvenzione dalla città di Strasburgo.
L'atto di costituzione della società è di grande importanza in quanto per la prima volta si esplicita un segreto chiuso nell'animo di Gutenberg: “mettere in opera più arti e segreti meravigliosi che hanno del prodigioso”. Sibillino, ma tra pochi anni si capirà.

Il gruppo iniziò dedicandosi alla produzione di specchi fabbricati partendo da una lega di piombo e stagno, all'epoca oggetti richiesti in quanto si pensava avessero il potere di imprigionare l'essenza delle sante reliquie. Per il pellegrinaggio ad Aquisgrana del 1439 furono preparati circa tremila specchi che però rimasero invenduti poiché il pellegrinaggio fu rimandato a causa della peste. La società rischiò il tracollo, ma Gutenberg era determinato a portare avanti gli affari per finanziare le idee più importanti che aveva in mente, idee che definì "un'avventura e un'arte".

L'inventore della stampa a caratteri mobili era l'anima della società in quanto gestiva il capitale, essendo gli altri semplici finanziatori. Un anno solamente dopo l'istituzione della società, improvvisamente venne a mancare Andrea Drytzehen.
Poiché egli doveva ancora versare 85 fiorini dell'aumento di capitale che era stato deciso, si aprì una disputa con i fratelli del defunto i quali dapprima si dissero d'accordo a saldare il dovuto a patto di entrare nella società, quindi fecero marcia indietro.

La lite fu portata davanti al tribunale. Il processo si concluse con una sentenza sfavorevole a Gutenberg che, in qualità di responsabile degli atti societari, dovette restituire i 15 fiorini che Andrea Drytzehen aveva già messo nelle casse prima di morire.

Fino a qui non vi è nulla di rilevante, ma nelle deposizioni dei testimoni vi sono interessanti spunti.
L'orefice Hans Dünne dichiarò di aver ricevuto da Gutenberg 100 fiorini per degli oggetti concernenti la stampa, per del piombo e per altri metalli.
Ennel Schiltheis affermò che Andrea Drytzehen gli aveva lasciato in casa “quattro pezzi messi in ordine in una pressa”. Alla morte di Andrea, Gutenberg aveva fatto sapere al fratello del defunto di nascondere e smontare tutto, in maniera che il lavoro non potesse essere conosciuto; nessuno doveva accorgersi di nulla. Il marito della signora Ennel confermò tutto.

La domestica di Gutenberg dichiarò che uno dei fratelli di Andrea Drytzehen le chiese di prendersi cura della pressa che era in casa loro, facendo in modo di non mostrarla a persona; Gutenberg stesso l'aveva incaricata di recarsi alla pressa per fare a pezzi le pagine e nasconderle sotto la pressa in maniera che alcuno potesse penetrare il segreto.

Andrea Heilmann aggiunse di sapere della missione della domestica e di aver assistito allo smontaggio di tutte le forme. Aggiunse che dopo la morte dell'associato c'erano stati parecchi curiosi che volevano vedere la pressa, così Gutenberg, infastidito, l'aveva smontata per nascondere il lavoro a qualsiasi occhio indiscreto.

Anche se non esplicitamente detto, pare di trovarsi di fronte a una stamperia già organizzata, con forme che potevano essere smontate, con una pressa che le conteneva. Era ancora in fase di sperimentazione e perfezionamento, quindi Gutenberg esigeva di mantenere il più stretto riserbo per proteggere la sua idea che non poteva tutelare con un brevetto, ancora non inventato, e che qualcuno avrebbe potuto rubargli.

Inoltre era preoccupato per l'opposizione che avrebbe incontrato da parte delle corporazioni degli scrivani.
Qualcuno è del parere che Gutenberg abbia inventato la stampa proprio a Strasburgo.

Di certo la città rappresentò una tappa fondamentale nella vita di Gutenberg, come dimostrano i documenti che ci sono pervenuti. Nel periodo trascorso in questa città si procurò del piombo e dello stagno per formare delle leghe metalliche e contattò un artigiano affinché gli fornisse un torchio. E' probabile che ciò sia servito a costruire un primo modello di macchina per la stampa a caratteri mobili.

Purtroppo non ci sono prove certe, perché non sono mai state trovate le presunte stampe che furono realizzate nei primi esperimenti svolti a Strasburgo.

Bisogna pazientare ancora qualche anno e seguire Gutenberg di nuovo a Magonza per vedere la sua invenzione trasformarsi in realtà.

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