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Giovanni da Montecalerio

Con il nome Giovanni da Montecalerio, latinizzato in Ioannis a Montecalerio, in ambito cartografico si è usi indicare l'autore delle carte geografiche tratte da Chorographica descriptio provinciarum, et conventuum Fratrum Minorum S. Francisci Capucinorum.

In realtà Giovanni da Montecalerio, ovverosia da Moncalieri, come si legge nel frontespizio (iussu A. R. P. Ioannis a Montecalerio, Ministri Generalis) si limita ad essere il committente, in qualità di 24° Ministro Generale dell'ordine dei Cappuccini, dell'atlante tematico che va attribuito ad un pool di frati (quorundam fratrum labore) e che fu edito la prima volta nel 1643.


La storia di questa significativa e sublime opera dell'ingegno umano si fa risalire al 1632 quando il reverendissimo Girolamo da Narni, essendo Vicario Generale dell'ordine, incaricò il più che sessantenne frate Silvestro Pepi da Panicale di approntare una descrizione geografica delle Province italiane nella quale fosse chiara la distribuzione delle sedi cappuccine e che fosse un pratico sussidio all'organizzazione delle visite pastorali.

Questo atlante cappuccino diverrà il modello di partenza che Giovanni da Montecalerio diede ai suoi frati per delineare la Chorographica descriptio provinciarum, et conventuum Fratrum Minorum S. Francisci Capucinorum, prædicatorum, sacerdotum, clericorum, et laicorum universorum eiusdem ordinis collectio, quorundam fratrum labore industria delineata, sculpta, impressa; iussu A. R. P. Ioannis a Montecalerio, Ministri Generalis.

L'atlante ebbe una prima edizione nel 1643 a Roma con un totale di 46 mappe (23 per l'Italia, 5 per la Spagna, 11 sulla Francia e 7 per la Germania), quindi ristampata nel 1646 ancora nella Città Eterna (Romae, et Taurini) con un numero di tavole accresciuto alle 51 definitive, compresa la grande carta geografica più volte ripiegata dell'Europa.


La ristampa in assoluto più diffusa, creduta sovente come prima, è quella di Torino del 1649 sumptibus Alexandri Federici Cauallerij sempre con le 51 carte geografiche definitive (l'Europa, 24 carte per l'Italia, 6 per la Spagna, 12 per la Francia e 8 per i territori dell'Impero). Infine si replicò a Torino per i torchi di Alessandro Federico Cavalleri un'ultima volta nel 1654 con le medesime carte presenti nella precedente pubblicazione.

Passerà mezzo secolo perché questo atlante voluto da Giovanni da Montecalerio venisse ripreso in mano, ripresentandolo sotto una veste tutta nuova, da Giovanni Battista da Cassine.

Le mappe nella Chorographica descriptio di Giovanni da Montecalerio


Le mappe della Chorographica descriptio provinciarum, et conventuum Fratrum Minorum S. Francisci Capucinorum di Giovanni da Montecalerio mostrano tutti i centri in cui si trova un convento cappuccino attraverso una raffigurazione di città murata più o meno estesa, ma che segue un modello gotico standard, al centro della quale spicca un campanile sormontato da una croce o altro simbolo in base all'importanza in seno all'Ordine della sede.

giovanni montecalerio
Tipicamente seicentesca è l'orografia formata da montagnole isolate e modeste anche nel cuore delle Alpi; mentre i fiumi sono a doppia sponda semplice senza un segno grafico che simuli la corrente, tanto da apparire quasi strade se non fosse per i ponti, indicati in quanto indispensabili per chi andasse a piedi. Delle province rappresentate sono indicati i confini tramite un tratto punteggiato.


Su tutti questi aspetti, tuttavia, risaltano massimamente i cartigli per la dimensione e per lo sfarzo dei decori e dei simboli che li compongono, i quali si legano ad un gusto più tipicamente cinquecentesco fatto di mascheroni, architetture geometriche, cornucopie, angioletti; elementi che attorniano anche le scale di miglia. Ove possibile non mancano abbellimenti quali imbarcazioni nei mari, scritte con eleganti volute, rose dei venti assai precise nei dettagli.

Ciascuna carta geografica è preceduta da un foglio di presentazione nel quale vengono fornite informazioni sul numero e tipologia di sedi e di frati presenti in quel territorio. Tutto ciò racchiuso da una splendida cornice ovale fermata in alto dallo stemma francescano.


La questione circa a chi si debba attribuire la Chorographica descriptio provinciarum, et conventuum Fratrum Minorum S. Francisci Capucinorum di Giovanni da Montecalerio pare avere una risposta solo dalla grande carta geografica dell'Europa ove si legge “humiles subditi FF. Bernard. Burdegalensis Concion. Ludovic. à M. regali & Maximinus à Guchen sacerdotes offerunt. Capucin. Gallus sculpsit.”.
I disegni preparatori sarebbero da ricondurre ai frati Bernardino da Bordeaux, Ludovico da Mondovì e Massimino da Gauchen, mentre le incisioni al cappuccino Gallo, il quale, usando uno pseudonimo, nasconde l'identità. Dunque, una equipe a forte presenza francese.

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di Davide Biffis

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