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Fonti di Ulisse Aldrovandi

Le fonti di Ulisse Aldrovandi per la "Historia Naturalis" sono state ben identificate, tanto che taluni accusano ingiustamente lo studioso bolognese di averci messo poco di suo e molto di altrui per riuscire a scrivere tutte le migliaia di pagine che compongono i suoi libri.

Il naturalismo enciclopedico cinquecentesco di Ulisse Aldrovandi ebbe come fonti gli scritti degli autori tanto classici, quanto contemporanei, soprattutto Conrad Gesner (1516-1565) ed Edward Wotton (1492-1555) ai quali sovente è affiancato e a cui aggiunse l'erudizione nata dall'osservazione diretta della Natura.

Aldrovandi si vantava di non aver mai descritto cosa alcuna senza averla toccata con le proprie mani e senza averne fatto l'anatomia. Affermazione non completamente veritiera, ma sintomo di una necessità di verifica ed approfondimento prima assente.
Certo è che consumò molti dei suoi averi per procurarsi materiale naturalistico raro e prezioso.


Inoltre Aldrovandi dimostrò la sua sensibilità verso l'importanza di un apparato iconografico a corredo della descrizione ad ampio raggio dell'animale raccontato. Spese una fortuna per commissionare a numerosi pittori la realizzazione di circa cinquemila immagini a tempera che divennero poi quasi sempre la base per le incisioni su legno a corredo dei suoi volumi.

In particolare va ricordato Cristoforo Coriolano cui spettò il delicato compito di lavorare le matrici in legno di pero da cui trarre le xilografie che sarebbero servite ad illustrare i libri stampati.

opera omnia
Aldrovandi lo cita più volte con encomio; pare che tra i due si fosse creato un sodalizio durato quindici anni e comunque si sa che nel periodo 1587-1597 al Coriolano furono corrisposte somme importanti di denaro. Ciò dimostra il progetto di un'opera a stampa che balenava nella testa di Aldrovandi molti anni prima della sua effettiva realizzazione.


I frontespizi dei volumi sono sovente firmati da Giovanni Battista Coriolano che si ritiene essere il figlio di Cristoforo.

Edizioni dei volumi di Ulisse Aldrovandi


Le edizioni dei volumi della Historia Naturalis di Ulisse Aldrovandi furono svariate e si dividono tra quelle di Bologna, di gran lunga preferibili per cura e rarità, e quelle di Francoforte per le quali furono rifatti i frontespizi e le tavole, incise raggruppando più animali insieme, ottenendo un risultato non all'altezza dei volumi bolognesi.

frontespizio
Tale abbondanza di edizioni dei volumi di Ulisse Aldrovandi è la dimostrazione di come la stima e la fama del naturalista bolognese avessero superato le Alpi, facendone un uomo apprezzato in tutto il mondo scientifico europeo.

La stima perdurò anche oltre il secolo scarso nel quale i volumi di Ulisse Aldrovandi videro la luce, tanto che Carlo Linneo, come si diceva autore di quella classificazione solo intuita da Aldrovandi, considerava a ragione il naturalista bolognese quale fondatore della storia naturale moderna.

Ciò che mancò ai curatori della Historia Naturalis fu una edizione integra di tutti i volumi -opera omnia- che non costringesse studiosi e collezionisti ad assemblarla con pazienza e difficoltà.



Diamo qui, senza pretesa di esaustività, l'elenco delle edizioni di Ulisse Aldrovandi.

Purtroppo a volte la datazione sul frontespizio non combacia con quella del colophon. Tra le due è corretto, con alcune eccezioni, indicare questa seconda in quanto la prima deriva da una lastra incisa che veniva riutilizzata; tuttavia non sempre le bibliografie specificano, generando confusione e doppioni.

Ornithologiæ hoc est de avibus historiae libri XII fu stampata a Bologna nel 1599, 1637, 1640 (queste due non dovrebbero essere una stessa), 1646, 1652 e 1681, mentre a Francoforte apparve nel 1610, 1616 (non verificato) e 1630.

Ornithologiæ tomus alter uscì a Bologna nel 1600 e più tardi nel 1634, 1637, 1640 (queste due non dovrebbero essere una stessa), 1652 e 1681 (non verificato); a Francoforte nel 1610, 1621 (non verificata), 1629 e 1630.

De animalibus insectis libri septem venne edito a Bologna nel 1602 e ristampato nel 1620, 1638 e 1644; a Francoforte nel 1618 e 1623.

Ornithologiæ tomus tertius, ac postremus è il volume che chiude la trilogia e vide la luce a Bologna nel 1603, quindi nel 1637, 1640 (queste due non dovrebbero essere una stessa), 1652 e 1681; nella tedesca Francoforte apparve nel 1613, 1621 (non verificata) e 1635.

De Reliquis Animalibus exanguibus libri quatuor conobbe numerose pubblicazioni dopo la prima di Bologna del 1606, ossia nel 1633, 1637, 1640, 1642, 1654; a Francoforte fu stampato nel 1618 e 1623.

De piscibus libri V et De cetis lib. Unus fu edito a Bologna nel 1613, 1625, 1638, 1644 e 1661; a Venezia nel 1616; a Francoforte nel 1623, 1629, 1640 e 1647.

De quadrupedibus solipedibus volumen integrum si stampò a Bologna nel 1616, 1639, 1648 e 1649; a Francoforte nel 1623 e 1625.

Quadrupedum omnium bisulcorum historia dopo la stampa di Bologna del 1621, ve ne fu una seconda nel 1642  e un'ultima nel 1653. A Francoforte apparve nel 1647.

De quadrupedibus digitatis viviparis libri tres, et de quadrupedibus digitatis oviparis libri duo Bologna 1637, 1642, 1645, 1663 (riedizione della precedente con colophon al 1663 e frontespizio al 1645), 1665, 1668. Non si stampò a Francoforte.

Serpentum et Draconum historiæ libri duo conta l'unica edizione bolognese del 1640.

Monstrorum Historia dopo la stampa del 1642 di Bologna ne seguirono due nel 1646 e 1658 sempre a Bologna.

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