L'eredità di Sebastian Münster
Con il passare degli anni e il susseguirsi delle ristampe, l'editore Henrich Petri investì nella Cosmographia, ampliando il numero di immagini che la adornavano.
La medesima cosa fu fatta da Sebastian Petri, ma mancando sempre più, padre e figlio, di quella attenzione alla qualità che, vivo Münster, era stata data.
Inoltre nel 1572 a Colonia usciva il primo volume di un'opera dedicata alla descrizione delle città del Mondo, la Civitates Orbis Terrarum, destinata a raccogliere, specializzandosi nella sola vedutistica cittadina, una parte della eredità di Sebastian Münster.
Un'altra fetta di eredità aveva già iniziato a prendersela nel 1570 Ortelio con il suo atlante mondiale Theatrum Orbis Terrarum stampato ad Anversa.
Sono, queste due, opere destinate a diventare fari illuminanti nel cammino delle conoscenze geografiche europee e nacquero certamente grazie alla Cosmographia münsteriana, anzi agli albori ne attinsero. Tuttavia nel giro di pochi anni furono a loro volta copiate dai Petri che riuscirono a mantenere viva la Cosmographia fino al 1628, anche se limitatamente al mercato tedesco, potendo contare su appena 26 carte geografiche in doppia pagina, quasi un piccolo atlante, sulla modesta quantità di 73 vedute di città sempre in due fogli e su più di 1400 xilografie sparse nel testo.
In questo essere tramite tra la tradizione tolemaica e medievale da un lato e le grandiose pubblicazioni di fine cinquecento dall'altro è insita l'importanza del prode Münster, senza il quale la crescita europea sarebbe stata più lenta.
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