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Altre edizioni dell'Hortus Eystettensis

Le altre edizioni dell'Hortus Eystettensis hanno storie più lineari e ricostruite, benché sempre con qualche lato da chiarire.

Risalenti al 1627 ci sono giunti solo due volumi composti da una parte di tutte le tavole floreali dell'Hortus Eystettensis. Data l'esiguità dei libri da studiare e le loro differenze, si ritiene che questa non sia un'altra edizione dell'Hortus Eystettensis, quanto una limitata pubblicazione di ringraziamento del Besler verso quei membri, vivi e no, del collegio di Norimberga che lo avevano aiutato e che egli non era riuscito ad omaggiare nei volumi del 1613.

Tra gli altri sono citati Joachim Camerarius il giovane e Ludwig Jungermann.

Anche il titolo è mutato in Icones sive: repraesentatio viva, Florum et herbaum opera Basilii Besleri Philiatri et Pharmacopoei Norici, in gratiam herbarum cultorum noviter accurata diligentia promulgata. HortarVM Dona et VIrtVtes nosCere VIrtVs est. Dall'unione delle lettere maiuscole (VM D VI V C VI V, ossia M DC VVVVVII) si ricava l'anno di stampa.

Due anni dopo nel 1629 giungeva l'ora fatale per Basilius Besler e così ad Eichstätt rientrarono i documenti contabili, gli esemplari non ancora venduti e soprattutto le preziose lastre.

hortus eystettensis del 1640
Una vera altra edizione dell'Hortus Eystettensis fu quella del 1640, la seconda come si legge nel frontespizio, nel quale è stato tolto il nome di Besler come autore e sostituito “hoc tempore” col termine “olim” ad indicare che il giardino attorno al castello di Willibaldsburg non era più lo stesso.

Il titolo completo è Hortvs Eystettensis, sive Diligens et accvrata omnivm Plantarvm, Florvm, Stirpivm, ex variis orbis terræ partibvs, singvlari stvdio collectarvm, quæ in celeberrimis viridariis arcem episcopalem ibidem cingentibvs, olim conspicivntvr delineatio et ad vivvm repræsentatio. Cvris secvndis Anni M CD XL.

Oltre alla doverosa dedica con tanto di ritratto a Johann Conrad von Gemmingen e al principe-vescovo Marquard II Schenk von Castell in carica dal 1637, il volume ripropone tutte le 367 tavole adoperate nella prima edizione, anche se raggruppa insieme autunno ed inverno.

Più rimarchevole il fatto che manchi il testo, ufficialmente per gli errori che vi conteneva, i maligni vociferano per risparmiare sui costi di stampa.
Dove fosse la stamperia incaricata di questa altra edizione dell'Hortus Eystettensis come il solito è ignoto, le città candidate sono l'abituale Norimberga e soprattutto Ingolstadt. Non si conosce la mole di volumi editi e il successo che riscossero.

Terza edizione dell'Hortus Eystettensis

Si sa, invece, del quasi flop che ottenne la terza edizione dell'Hortus Eystettensis prevista per il 1713.

L'idea di base era quella di onorare i cento anni dalla prima pubblicazione con una nuova uscita dell'ancora splendido Hortus Eystettensis. Anzi, il principe-vescovo Johann Anton von Knebel von Katzenellenbogen avrebbe voluto fare le cose in grande e incaricò Johann Michael Hertel medico e botanico di Ingolstadt di preparare opportuni disegni con le nuove piante presenti nel giardino di Willibaldsburg, che egli aveva cercato di rinnovare.

Al 1712 qualcosa era stato stampato, benché mancassero ancora delle parti, ma a noi non è giunto nulla su cui si possano condurre studi approfonditi. Certo è che per il 1713 l'idea non si era concretizzata e fu rinviata ad altri anniversari.
Senonché giunse prima di tutti la terza moira a recidere il filo del principe-vescovo, destinando ad un lungo rinvio quest'altra edizione dell'Hortus Eystettensis.


Quando ad Eichstätt dettava legge Johann Anton von Freyberg-Hopferau, in occasione del cinquantenario della sua ordinazione sacerdotale nel 1750, si festeggiò con l'ultima ristampa dell'Hortus Eystettensis.

Il progetto era ripartito nel 1746 attraverso l'impegno di Johann Georg Starckmann, supportato eccellentemente dal dottore di Norimberga Christoph Jacob Trew. Si riutilizzò l'impalcatura della prima edizione con la divisione in stagioni delle 367 tavole, usando lo stesso testo descrittivo delle piante con minime revisioni, scegliendo una carta senza filigrana e il frontespizio inciso in occasione della abortita edizione del 1713, senza rettificare la data al 1750.

hortus eystettensis del 1750
A stampare ci pensò Strauss della stamperia di corte ad Eichstätt.

Per un certo periodo di tempo si è creduto che alcune lastre fossero state reincise in occasione di questa edizione in quanto le loro impronte si rivelavano maggiori per qualche millimetro.

Tuttavia si è capito che l'effetto è dovuto al comportamento di alcuni tra i fogli settecenteschi nella fase di asciugatura dopo la stampa.


Il successo commerciale non arrise a quest'altra edizione dell'Hortus Eystettensis in quanto il pubblico del XVIII secolo era completamente assorbito in campo botanico dalla modernità rappresentata da Carlo Linneo con i suoi rivoluzionari studi che avevano portato alla nomenclatura binomiale. Che fascino poteva avere un volume bello, ma superatissimo in ambito scientifico?


Furono stampate due centinaia di volumi all'incirca e sappiamo che nel disperato tentativo di dare una appetibilità maggiore all'ormai stanco Hortus Eystettensis si pensò di inserire nei volumi, che ai primi dell'ottocento erano ancora da vendere, un indice che contenesse i nomi secondo la moderna nomenclatura delle piante illustrate nel florilegio del Besler.

Incaricato dell'aggiornamento fu Franz Seraph Widnmann, medico di Eichstätt, il quale mise per iscritto la sua speranza di aumentare l'utilità dell'Hortus Eystettensis, un lavoro definito notevole per l'eleganza e la grandezza delle sue illustrazioni e che deve far parte di ogni biblioteca di Storia Naturale.

Nel 1805 a Norimberga fu stampato il suo Catalogus systematicus secundum Linnaei systema vegetabilium adornati arborum, fruticum et plantarum celeberrimi Horti Eystettensis, riproposto ad Eichstätt l'anno successivo leggermente ampliato con il nuovo titolo: Catalogue des arbres, arbrisseaux, et plates, qui croissoient dans l'ancien jardin, qu'existoit dans le XVIme et XVIIme siècle a l'entour du chateaux de l'Evéché d'Eystett rangés suivant le systeme de Linnaeus.

L'ammirabile sforzo si rivelò inutile. L'Hortus Eystettensis non ha mai avuto le pretese di essere un testo botanico e, in un momento in cui le scienze stavano facendo passi giganti verso la modernità, non poteva che ritrovarsi ai margini degli interessi.
Entro il 1820 tutti i volumi furono venduti, accettando alla fine qualsiasi offerta. Fu il momento più basso per quest'opera che oggi gode di ottima salute. Infatti gli esemplari che occasionalmente capitano in asta, soprattutto se della prima edizione, raggiungono cifre in proporzione abbondantemente superiori a quelle di vendita nel XVI secolo.


Il 1998 fu un anno fortunato: all'Albertina di Vienna si rinvennero 328 rami più il frontespizio dei 367 fatti incidere da Basilius Besler che si credevano dispersi nel 1820, probabilmente fusi, e dopo alcuni anni di lavoro il castello di Willibaldsburg riaprì un bastione piantumato secondo le essenze mostrate nell'Hortus Eystettensis.

Ciò ha fatto rifiorire l'interesse, gli studi e il commercio per le tavole del più affascinante, stupefacente, elegante florilegio di sempre.



[ pagina iniziale L'Hortus Eystettensis di Basilius Besler ]

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