De Materia Medica di Dioscoride
Dioscoride Pedanio fu un amante delle scienze botaniche applicate alla medicina vissuto nel I secolo, probabilmente tra il 40 e il 90 d.C. Nato in Anatolia, ossia nella parte greca dell'Impero Romano, Dioscoride è passato alla storia per il suo De Materia Medica, opera che descrive ed analizza l'utilizzo di più di 620 semplici.
Nel De Materia Medica il fine è utilitaristico, infatti Dioscoride analizza le piante con l'intento di mettere il lettore medico nelle condizioni di poter riconoscere correttamente il semplice per la malattia che avesse da debellare.
La pianta è analizzata in ogni suo aspetto, dalla forma, alla dimensione, dalla radice, al frutto, dall'habitat, alla fioritura, da come conservarla, alla sua alterazione, dalla preparazione ai dosaggi per numerose cure.
Il De Materia Medica di Dioscoride si diffuse, sovente tramite traduzioni, trascrizioni se non addirittura interpretazioni, diventando il punto di partenza per una miriade di opere medievali arabe e latine di farmacopea, trasformandosi in un oracolo per i medici.
Il cospicuo lavoro di ricerca, indagine, revisione, riordino ed analisi compiuto da umanisti e studiosi del XV e XVI secolo condusse a sfoltire la mole di informazioni contenute nel De Materia Medica di Dioscoride, per eliminare quelle droghe la cui efficacia terapeutica era assimilabile, facilitando e regolando al contempo la professione agli speziali e offrendo i mezzi per differenziarsi dalla massa di droghieri improvvisati.
In questo contesto si inserisce il commento in volgare al Dioscoride di Pietro Andrea Mattioli, che, essendo leggibile anche da chi non avesse conoscenze di latino, agevolò la trasformazione della botanica farmaceutica in una scienza in evoluzione, oggetto di diatribe ed approfondimenti.
Ne sono una testimonianza il fiorire degli orti botanici e delle cattedre dei semplici nelle Università ove la botanica, che discendeva dal De Materia Medica di Dioscoride diffusa in Europa tutta dal successo del Mattioli, veniva insegnata.