Cromolitografia
La cromolitografia come dice il nome stesso è semplicemente una litografia a colori. Le stampe antiche fino all'invenzione della cromolitografia andavano colorate a mano una per una o al massimo potevano contare su laboriose e costose tecniche che richiedevano la somma di più matrici ciascuna recante pigmenti diversi.
Creare stampe antiche colorate manualmente, quindi, aumentava i costi di produzione e solo in talune opere come le carte geografiche un arricchimento cromatico veniva considerato come applicazione possibile già editorialmente. Nella grande maggioranza degli altri casi il colore non era previsto, salvo richieste specifiche dell'acquirente.
Con la cromolitografia questo principio generale venne superato.
La logica è sempre quella di usare un supporto per ciascun colore, ma la semplicità di preparazione di una pietra litografica facilitava tale procedura. Si iniziava la sequenza di stampa con il colore più chiaro, avanzando verso il più scuro, completando in tal modo ogni sfumatura del disegno.
L'attenzione doveva essere posta in particolare sul corretto allineamento delle diverse matrici che dovevano restare a registro per non avere uno spostamento d'un colore rispetto agli altri. Evenienza questa in verità non così rara, magari solo per frazioni di millimetro, ma percettibili se osservato con attenzione il foglio stampato.
Il successo della cromolitografia, la cui invenzione risale al 1837, fu ampio in particolare nella seconda metà dell'ottocento, quando divenne di uso massiccio consentendo tirature alte in numero e basse in costo.
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