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Acquaforte

L'acquaforte è la regina delle tecniche indirette di incisione ad incavo per stampe antiche. Si basa sull'idea che ad incidere la lastra sia la corrosione di un acido e non la punta di uno strumento gestito direttamente dall'uomo.

Nell'acquaforte vi è una prima fase di preparazione del supporto.

cesto fiorito
Il rame, una volta lucidato e pulito, veniva rivestito da vernice grassa, la cui finalità era di proteggere la lastra dalla prossima aggressione dell'acido.

Resa scura la base verniciata con il nerofumo al fine di permettere un più semplice riconoscimento dei segni da parte dell'incisore, si cominciava a delineare il disegno asportando con una punta da acquaforte la vernice e portando alla luce il rame sottostante.


Gli aghi da acquaforte sono semplici attrezzi con manico in legno alla cui estremità vi è una punta metallica del tutto simile ad uno stuzzicadenti, mentre altri tipi di aghi terminano con una punta più larga. I primi erano scelti per i tagli più fini, mentre ai secondi erano demandati quelli più larghi.

Conclusa questa fase, protetti i fianchi e la schiena con un rivestimento di cera, si procedeva con i bagni del supporto in acido, affinché questi potesse corrodere il rame là ove fosse stato denudato della base protettrice.

La morsura nell'acquaforte

Vi erano due tipologie di mordenti maggiormente adoperati: l'acido nitrico, il più antico che dà il nome alla tecnica dell'acquaforte, e il bagno olandese a base di acido cloridrico, mentre la soluzione di percloruro di ferro era poco usata.

coppia di sfere
Il primo per aspetto sembra acqua, ma è dotato di grande capacità di aggressione, ossia forza; a causa di ciò anticamente lo si chiamava aqua fortis da cui discende acquaforte.

Questo mordente agisce rapidamente e con energia, aggredendo il metallo, tanto da essere più idoneo per le lastre di zinco o quelle d'acciaio che trovarono diffusione in particolare nella prima metà del XIX secolo.


Per incidere il rame, il mordente olandese era consigliato. Quest'ultimo lavora più lentamente e non rilascia le tipiche bollicine dell'acido nitrico che testimoniano dell'azione corrosiva in atto, sicché il tempo di morsura andava calcolato secondo esperienza.

regno napoletano
Anche i sottili solchi incavati nel metallo erano di aspetto leggermente differente tra le due tipologie di acido, a forma di U quelli scavati dal bagno olandese, a forma di U molto più bombata quelli dell'acido nitrico.

Ripetendo più volte questi passaggi, talvolta su singole parti della lastra, se ne otteneva una incisa all'acquaforte pronta per essere stampata, non prima di aver rimosso la vernice di protezione e pulito accuratamente il metallo.

L'inchiostratura andava ripetuta per ogni singola stampa antica e prevedeva la distribuzione dell'inchiostro a caldo tramite un tampone che lo comprimeva nei solchi, mentre quello superfluo rimasto in superficie andava eliminato tramite tarlantana prima e della carta sottile o il palmo della mano con gesso poi.

La stampa dell'acquaforte

Così pronta, la lastra passava al torchio calcografico che, azionando lo stampatore con energia una ruota a stella, avrebbe esercitato tramite due rulli quella vigorosa pressione necessaria a trasferire l'inchiostro dagli incavi del supporto al foglio. Questo andava preventivamente inumidito per facilitare la raccolta dell'inchiostro. Asciugata la carta, si era ottenuta una stampa all'acquaforte pronta per essere inserita quale illustrazione in un qualche libro che l'avrebbe protetta, consentendole di giungere ai giorni nostri.
Questo andava preventivamente inumidito per facilitare la raccolta dell'inchiostro. Asciugata la carta, si era ottenuta una stampa all'acquaforte pronta per essere inserita quale illustrazione in un qualche libro che l'avrebbe protetta, consentendole di giungere ai giorni nostri.

Come per il bulino anche con l'acquaforte si potevano mettere in preventivo da due a tre migliaia di copie prima che il rame diventasse troppo usurato o che si dovesse provvedere ad un ripasso dei tagli.

Acquaforte, bulino e puntasecca erano tecniche incisorie usate tanto autonomamente, quanto combinate tra loro su una stessa lastra, con l'obiettivo di sfruttarne le peculiarità: la maggiore libertà di segno dell'acquaforte utile per le linee principali, i segni larghi e netti del bulino e le sfumature della puntasecca.



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Stampe Antiche

di Davide Biffis

Abbiamo intrapreso l’attività nel 1981 dapprima dedicandoci alle stampe antiche di Maestri, quindi rivolgendoci alla cartografia e vedutistica italiana e alle stampe antiche decorative. Partecipiamo alle più conosciute mostre di antiquariato del nord Italia, affiancate dal 2012 dall’attività di vendita online tramite questo sito.

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